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Giornata Mondiale Contro l'AIDS 2020

Giornata Mondiale Contro l’HIV

 

Il 1° dicembrScrittore e Blogger per Gano Nature Luca PIliae è la giornata mondiale contro l’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). Una malattia terribile che colpisce il sistema immunitario e per la quale ancora non è stata trovata una cura definitiva.

Si stima che da quando i medici negli anni 80 hanno cominciato a identificare la malattia, l’AIDS abbia colpito circa 70 milioni di persone, di cui 35 milioni sono morte. Queste sono cifre enormi in sé ma sono ancora più notevoli se consideriamo che già da diversi anni a questa parte i progressi della medicina hanno fatto sì che l’AIDS non sia più una condanna a morte.

 

In questi momenti è utile ricordarne la genesi.

HIV: Cosa dice la storia scientifica.

Passiamo ad un po’ di storia. L’AIDS è rimasto totalmente sconosciuto sino agli anni 80, quando dei medici statunitensi notarono una strana epidemia: improvvisamente degli omosessuali in apparente buona salute si ammalavano contraendo infezioni di ogni tipo e sviluppando rare forme tumorali e ne morivano.

In particolare un immunologo notò che diversi pazienti omosessuali tra i 20 e i 30 anni erano stati tutti colpiti da infezioni fungine inusualmente aggressive e presentavano tutti un numero molto basso di cellule T helper. Un altro medico, stavolta un dermatologo, notò che in un breve lasso di tempo diversi giovani omosessuali avevano contratto il Sarcoma di Kaposi, un cancro alla pelle molto raro, e alcuni di loro erano affetti dalla stessa infezione fungina già notata dall’immunologo. Nessuno aveva idea di cosa stava causando questa sorta di strana epidemia né di come si spargesse e l’unica cosa che sembrava accomunare i pazienti era il fatto che si trattava di giovani omosessuali con le difese immunitarie depresse, tanto che per un periodo si parlò di GRID, vale a dire Gay-Related Immune Deficiency (Deficienza Immunitaria Relativa ai Gay), ma le persone comuni parlavano apertamente di “cancro dei gay” o “peste dei gay”.

Tuttavia in breve tempo fu chiaro che la malattia non colpiva solo gli omosessuali ma anche altre categorie come gli emofiliaci (che per trattare la loro condizione ricevevano frequenti trasfusioni), tossicodipendenti, donne, bambini e uomini eterosessuali. Si notò però che parecchi immigrati proveniente da Haiti erano ammalati, nessuno di essi omosessuale.

Tutto questo fece capire ai medici che la malattia si trasmetteva attraverso il sangue e che chiaramente si trattava di un male che non faceva troppe distinzioni visto che colpiva sia gli omosessuali che gli eterosessuali. Tuttavia ancora nessuno sapeva cosa causava materialmente la malattia.

 

HIV: Quando fu scoperto il Virus e chi ha scoperto l’HIV?

Nel 1983 il biologo molecolare francese Luc Montagner fu il primo a sospettare che si trattasse di un virus dal momento che il sangue delle trasfusioni ricevuto dagli emofiliaci veniva filtrato per escludere batteri e funghi ma non era possibile filtrare i virus per via delle loro ridottissime dimensioni. Esaminando le cellule degli ammalati scoprì un retrovirus. Più o meno nello stesso periodo un medico italo-americano, Robert Gallo, esaminando campioni di sangue di pazienti di AIDS trovò lo stesso retrovirus. All’inizio ovviamente nessuno capì che si trattava dello stesso virus e solo nel 1986 gli venne dato un nome univoco che identificasse la causa dell’AIDS: il virus HIV o Virus dell’Immunodeficienza Umano.Ma da dove era arrivato?

HIV: Da dove e’ arrivato?

Biologi e medici dedicarono tempo e risorse per scoprirlo e si accorsero che alcune scimmie, come i macachi, parevano soffrire di una malattia simile. Esaminando il sangue delle scimmie infette venne scoperto un virus molto simile all’HIV ma specifico per le scimmie (il virus SIV) , e si cominciò a pensare che il virus fosse stato in origine trasmesso da una scimmia all’uomo. Ma come è possibile che un virus che colpisce le scimmie passi anche all’uomo?

Con estrema probabilità a causa del consumo di carne di selvaggina, in questo caso macachi e scimpanzé, ed essendo queste ultime evolutivamente molto prossime all’uomo anche il virus si è adattato velocemente al nuovo ospite, evolvendosi in un tempo relativamente breve da SIV ad HIV. Per la cronaca non è stata la prima né l’ultima volta: anche le epidemie di Ebola in Liberia e in Sierra Leone sono partite a causa del fatto che gli autoctoni consumavano regolarmente carne di selvaggina infetta. Anche il COVID-19 si è adattato in maniera simile.

Tramite analisi genetiche è stato determinato che il virus ci è stato trasmesso dalle scimmie del Camerun meridionale, vicino al confine col Congo. Tutto questo, basato sull’analisi di vecchi campioni di sangue infetti, è avvenuto nei primi anni del 900, in piena dominazione belga del Congo.

 

HIV: Passare dall’Africa al resto del mondo?

In alcuni anni si ritiene che il virus abbia viaggiato, trasportato dai suoi nuovi ospiti, verso la città coloniale di Leopoldville (oggi Kinshasa). Da lì grazie alla diffusa prostituzione e all’uso di farmaci iniettati in vena con siringhe, poi riutilizzate, il virus ha avuto modo di proliferare e infettare sempre più persone, che migrando altrove portarono il virus (o meglio, le sue numerose versioni) in ogni angolo del pianeta.

Quando la dominazione belga si concluse molti professionisti (medici, ingegneri, avvocati, ecc) provenienti da Haiti migrarono in Congo in cerca di prospettive, per poi tornare ad Haiti pochi anni dopo in seguito alla formazione dello Zaire, portando l’HIV con sé. Da Haiti al resto delle Americhe e del mondo il passo fu molto breve, causando una pandemia di cui ci si rese conto solamente negli anni 80, e l’opinione pubblica diede la giusta attenzione al problema solo dopo che celebrità come Freddie Mercury ammisero di essersi ammalati di AIDS e ne morirono.

HIV: Esiste una cura?

Ad oggi non esiste ancora una cura o un vaccino per l’AIDS e tutt’ora molte risorse sono dedicate alla ricerca di un rimedio, tuttavia sono stati fatti passi da gigante dagli anni 80. Oggi grazie a farmaci mirati l’aspettativa di vita di un sieropositivo è ben più alta di prima e può condurre una vita relativamente normale, sebbene in materia ci sia ancora una preoccupante ignoranza riguardo l’importanza e l’efficacia dei mezzi di prevenzione.

Nonostante tutti questi progressi, infatti, sull’AIDS vi sono ancora molte incomprensioni e una certa ignoranza tra i rappresentanti di tutte le categorie demografiche, particolarmente tra i giovani che sono quindi la categoria più vulnerabile e più esposta al contagio. Ma partiamo dal principio.

 

HIV: HIV e AIDS qual’e’ la differenza?

L’AIDS è la malattia causata dall’infezione del virus HIV, un retrovirus che infetta un tipo di cellula immunitaria, i linfociti CD4.

 

HIV: Cosa sono i retrovirus?

Un retrovirus è un virus che contrariamente agli altri possiede RNA (materiale genetico a singola elica invece che a doppia elica come il DNA, più semplice e meno stabile di quest’ultimo) al posto del DNA e quando infetta una cellula produce DNA a partire dal proprio RNA tramite degli speciali enzimi chiamati retrotrascrittasi, o trascrittasi inversa. Tenete a mente questa strategia perché è uno dei motivi per cui i retrovirus in generale e l’HIV in particolare sono così difficili da trattare ed eradicare.

 

HIV: Come viene trasmesso?

L’HIV può essere trasmesso solamente tramite lo scambio di fluidi corporei come sangue, sperma, fluido vaginale e latte materno.

 

HIV: Si puo’ trasmettere tramite la saliva?


Fortunatamente la saliva possiede alcuni enzimi che inibiscono il virus quindi a meno che una persona affetta da HIV non abbia le gengive molto sanguinanti, le possibilità che il virus passi da un soggetto all’altro tramite un bacio è praticamente nulla. Per dimostrare questo fatto è rimasta famosa la foto dell’immunologo Fernando Aiuti che nel 1991 baciò pubblicamente una sua paziente sieropositiva per dimostrare che il virus non si trasmette con un bacio, cosa di cui ai tempi molte persone erano convinte.

 


HIV: Cosa fa il virus esattamente?

Come già detto l’HIV infetta e uccide le cellule CD4, meglio conosciute come linfociti T “helper”. Perché queste cellule son così importanti? Le cellule CD4 sono, per dirla in parole semplici, gli informatori del sistema immunitario. Sono quelle che avvistano un invasore e tramite segnali chimici molto complessi richiamano altre cellule immunitarie perché facciano il lavoro sporco. In pratica pur non combattendo direttamente l’infezione queste cellule sono gli occhi e le orecchie del sistema immunitario e sono quindi assolutamente fondamentali per mantenerne l’efficienza.

 

HIV: Perche’ risulta cosi difficle da curare?

Una delle cose che rende l’HIV particolarmente insidioso è il suo lungo tempo di incubazione: il virus può annidarsi nell’organismo per molto tempo, persino per decenni, senza che chi ne è infetto accusi alcun sintomo che lo metta in allarme e che lo porti quindi a correre ai ripari. Quando gli effetti deleteri del virus cominciano a farsi pesantemente sentire spesso la situazione è oramai compromessa: troppe cellule CD4 helper sono state uccise e l’ospite, spogliato delle proprie difese, diventa improvvisamente vulnerabile a tutti quei batteri e virus che giornalmente il nostro corpo uccide senza problemi.

E’ proprio quando le difese immunitarie sono depresse e l’organismo sviluppa le cosiddette infezioni opportunistiche che si parla di AIDS, e in effetti chi muore di AIDS nella maggior parte dei casi non viene ucciso direttamente dall’HIV ma dalle infezioni secondarie a cui l’HIV, col suo sporco lavoro, ha spianato la strada. Non a caso l’HIV va a braccetto con la tubercolosi, causata da un batterio che è il principe delle infezioni opportuniste.

 

HIV: Se non si riesce a debellare il virus, quali sono i trattamenti? 

I batteri sono esseri viventi estremamente semplici se confrontati ad animali complessi come l’Homo sapiens, eppure un’infezione batterica può essere molto dura da debellare proprio perché la loro forza è la loro semplicità: ci sono ben pochi bersagli che un farmaco possa colpire e l’evoluzione di un batterio è così veloce da riuscire a sviluppare resistenze in maniera estremamente efficiente e veloce: è questo che ha portato alla nascita di batteri sempre più resistenti ai farmaci.

Questo discorso applicato ai virus è ancora più vero: un virus è ancora più semplice di un batterio e ha ancora meno bersagli da colpire, quindi tutti i farmaci antivirali di cui disponiamo attaccano gli stessi enzimi e le stesse proteine usate dal virus per replicarsi e diffondersi. Inoltre la facilità con cui i virus mutano rendono a volte molto complesso sviluppare un vaccino efficace che insegni al sistema immunitario a debellare da solo l’infezione, cosa particolarmente vera nel caso dei retrovirus e in particolare dell’HIV.

 

HIV: Cosa causa la mutazione facile?

L’HIV infatti come gli altri retrovirus possiede una retrotrascrittasi (ricordate la strategia di cui parlavamo all’inizio?) che in pratica copia le informazioni genetiche contenute nel suo RNA immettendole del DNA della cellula infetta, ma lo fa con notevole imprecisione e numerosi errori di trascrittura. Questo può sembrare uno svantaggio (e in effetti ha i suoi lati negativi) ma fa anche sì che il virus muti continuamente e rende praticamente impossibile sviluppare un vaccino tradizionale o dei farmaci che siano efficaci a lungo, costringendo i malati ad assumere una nutrita combinazione di farmaci che inibiscono il virus piuttosto che debellarlo. Ad ogni modo, questi farmaci permettono ai malati di condurre una vita quasi normale e oggi l’AIDS non è più la condanna a morte di qualche decennio fa.

 

HIV: Un aiuto contro il virus arriva dai funghi.


I funghi possono aiutare in tutto questo? Gli studi dicono di sì.

Con la loro abilità di stimolare e potenziare il sistema immunitario i funghi sono ideali per contrastare i danni del virus e sostenere il nostro esercito immunitario nella lotta alle infezioni opportunistiche cui il virus spiana la strada. In particolare uno studio condotto su alcuni pazienti di AIDS ha mostrato come un cocktail di funghi medicinali dall’elevato potere immunostimolante (come l’Agaricus blazei murrill, il Ganoderma lucidum, il Trametes versicolor, la Grifola frondosa e il Cordyceps sinensis) abbiano portato ad un notevole aumento delle cellule CD4 helper, quelle prese di mira e uccise dal virus.

 

HIV: Cosa fanno i funghi contro il virus?

Dal fungo Cordyceps sinensis è stata isolata la Cordicepina, anche detta deossi-3-adenosina. La Cordicepina è un cosiddetto analogo di base, vale a dire una molecola del tutto simile ad una base azotata ma per via di qualche piccola differenza, impercettibile agli enzimi che replicano il materiale genetico, non è funzionale come la sua controparte classica.

In altre parole è un po’ come costruire una casa mischiando mattoni difettosi e fragili a mattoni buoni: si può costruire sino ad un certo punto ma se ci sono troppi mattoni difettosi nella struttura questa risulterà instabile e poco solida, costringendo i costruttori ad abbattere la struttura o a fermare i lavori. Con virus e retrovirus è la stessa cosa: dare loro la Cordicepina equivale a sabotare la costruzione della casa con mattoni inadatti.

Come se non bastasse, la Cordicepina inibisce la retrotrascrittasi del virus HIV-1, rendendola particolarmente adatta ad accompagnare le tradizionali terapia antiretrovirali somministrati ai sieropositivi!

In occasione della giornata mondiale contro l’AIDS, con le condizioni restrittive imposte dall’emergenza COVID-19, il pensiero di Gano Nature va a quelle persone che sfortunatamente hanno difficoltà ad accedere ai servizi e agli ambulatori – come è stato segnalato oggi dall’Unione Sarda.

Stateci bene!

 

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